Il Natale che ci apprestiamo a vivere mette a dura prova la nostra capacità di comprenderlo: di fronte al Figlio di Dio che si fa Uomo per noi e nasce al freddo di una capanna, scaldato soltanto da un bue ed un asinello, abbiamo grosse difficoltà a pensare che l’Amore incarnato sia il vero senso della nostra esistenza in giorni così difficili come quelli che stiamo vivendo ormai da qualche anno.

Non c’è dubbio, infatti: la crisi morde sempre più numerosi italiani e comunque lo fa con alcuni in maniera assai più violenta che con altri – nè si può revocare in dubbio che altri ancora ne abbiano sfruttato le “opportunità” per riuscire ad arricchirsi sempre più. Tanti, poi, devono fare i conti con la miseria, talvolta sino ad essere costretti all’umiliazione di frequentare le mense approntate per gli indigenti (spesso sino a ieri identificati come semplici stranieri o addirittura come “extracomunitari”) da diverse realtà caritatevoli, alle quali talvolta avevavno servito sino a poco tempo addietro.

Di fronte a tali realtà, che altri luoghi e altri tempi hanno già visto e vissuto, anche in forme assai più drammatiche (come nel cosiddetto Terzo mondo), si fa qualche fatica a far (ri)nascere la gioia nei propri cuori di fronte all’Evento che ha cambiato la Storia dell’uomo, al di là di ogni contingenza, tempo, luogo. E’ tanta, infatti, la “distanza” che ci separa da altri Natale, quelli che eravamo stati abituati a vivere sin da bambini al ritmo di nenie e letterine con richieste di doni a Gesù bambino…

Eppero, a ben guardare anche la crisi, economica, sociale, politica, culturale, non ha potere sull’Amore che viene al mondo per incontrare l’uomo, non può cambiarne la Natura, il senso, nè avvilirne conseguentemente i destinatari. Al contrario, essa è occasione per ritrovare quel senso di comunità che deriva dall’essere tutti uomini al cospetto di un Dio che ci rende addirittura fratelli, amandoci ciascuno e tutti come Padre.

Non c’è dubbio: la crisi ha tolto tanto a molti di noi (naturalmente, sia detto per inciso, non credo si possano sovrapporre superficialmente gli effetti che essa ha provocato mediamente a quelli che ha recato in tanti, drammatici, casi estremi) ma al tempo stesso essa ci ha paradossalmente “arricchito” mettendoci nelle condizioni di ri-trovare il bisogno di co-operare, di essere e fare insieme, di riscoprire la nostra vocazione alla solidarietà, infine di (ri)progettare il futuro, quel tempo del quale non ci è dato conoscere altro se non che un bambino è venuto ad illuminarlo per noi con la luce della Vita… al di là del breve tempo di ogni esistenza terrena. Buon Natale!

Di admin

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