“Quale futuro per l’Italia? La vocazione generativa di cittadini, organizzazioni della società civile e parti sociali e la “promessa” del Governo Meloni”, questo il titolo della riflessione pubblicata per “Istituto di formazione politica Pietro Arrupe” in data 6 giugno 2023.

A seguire l’incipit e il link all’articolo completo.

 

A seguito delle consultazioni elettorali per il rinnovo del Parlamento, della formazione del nuovo Governo e del suo successivo insediamento, e a ridosso delle consultazioni elettorali in Lazio e Lombardia di metà febbraio, sembra per più versi doveroso domandarsi quale possa essere in prospettiva il futuro del nostro Paese e quale sia il ruolo che le organizzazioni della società civile e delle parti sociali sono chiamate a svolgere per contribuire a generarlo.

Il primo sguardo può avvenire attraverso quella particolare “bussola della crescita” che è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Com’è noto il PNRR è stato costruito sui punti cardinali individuati nelle Raccomandazioni indirizzate all’Italia nell’ambito del “Semestre europeo” per gli anni 2019 e 2020 e presentato alla Commissione europea allo scopo di costruire un Paese generativo e orientato al futuro, attraverso l’attuazione di riforme e investimenti sostenibili capaci di affrontare le carenze strutturali della nostra economia, rafforzare la resilienza del nostro Paese, aumentare la produttività e condurre ad una maggiore competitività riducendo le divergenze e disuguaglianze tra le sue diverse aree e con il resto dell’Europa. La capacità concreta del Governo e dell’intera amministrazione pubblica di rispettare lo Stato di diritto e l’esecuzione efficiente del bilancio dell’Unione – ai quali è condizionata l’erogazione dei fondi europei (Reg. 2020/2092) – e di attuare i numerosi obiettivi e traguardi di cui il Piano è composto, costituisce perciò, in questa direzione, la condizione per acquisire una posta assai alta che riguarda la stessa capacità del nostro Paese di generare futuro.

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