Scritto da  Giovanna Scatena

Lampedusa non è solo barconi, emergenza, sindaci barricati in ufficio, migranti arrabbiati, abitanti esasperati. Lampedusa non sempre è questo, non solo è questo, ma è anche molto di più. E per farlo capire a tutti, il gruppo che ruota intorno a Homoweb, un sito nato una decina di anni fa a Catania per aprire il dibattito su rivoluzione tecnologica/umanità, sta promuovendo un piano per il rilancio di Lampedusa, servendosi in più del socialnetwork. “Il web 2.0 ha anche il dovere di portare avanti progetti culturali e politici sul territorio”, dice Massimo Asero, presidente dell’associazione Homoweb.

Vacanze sostenibili e turismo responsabile. Da quando Homoweb è il promotore dell’iniziativa e perché?

Credo sia più preciso definire la nostra come una proposta di turismo etico. Nasce all’interno dell’incontro di studio sul tema “La questione delle migrazioni nell’età della globalizzazione: problema o risorsa per l’Europa. Prospettive economiche, giuridiche ed etiche a Nord di Lampedusa” e vuole essere un’azione concreta di fronte alla rinnovata e drammatica domanda che la questione dei migranti pone all’Europa. Al silenzio della politica, Lampedusa risponde con un agire virtuoso, etico e cristiano. E se per turismo sostenibile o turismo responsabile intendiamo quel pensiero che orienta il turista a preoccuparsi per l’ambiente dei luoghi e per il benessere delle popolazioni, particolarmente con riferimento al turismo nei paesi del Terzo Mondoo in via di sviluppo, allora la nostra proposta condivide con esso l’ispirazione ad un principio di responsabilità verso l‘ecosistema e lo stesso genere umano.

Com’è nata questa idea?

L’idea di un turismo etico è nata dal valore politico fondamentale della virtù e delle azioni esemplari che, in quanto tali, dovrebbero essere accompagnate da campagne pubblicitarie e pubbliche attribuzioni di merito da parte delle comunità politiche. Il nostro sito ha pubblicato il report della Caritas sulla disponibilità all’accoglienza dimostrata dalla popolazione di Lampedusa: tutti gli abitanti hanno riconosciuto ad ogni migrante, cioè a colui che viene dal mare, la sacralità che fu riconosciuta già ad Ulisse. Quella dell’accoglienza infatti costituisce un caposaldo della tradizione greca di cui la Sicilia è espressione ed erede, anche per il suo essere territorio circondato dal mare. Tutto questo purtroppo è stato taciuto dai media, impegnati solo a sottolineare ed amplificare la dimensione problematica degli sbarchi per l’isola e per la stessa Italia. Per queste ragioni, al di là dell’agire istituzionale finora non risolutivo e poco concreto, la comunità civile è chiamata a condividere tali azioni virtuose.

Qual è stata la risposta degli abitanti dell’isola?

Positiva. Gli abitanti che sono a conoscenza dell’iniziativa hanno manifestato un vivo interesse e vogliono prenderne parte.

Il vostro modo di “pensare” il migrante è del tutto nuovo.

Sì. Il migrante è stato al centro dell’incontro organizzato da Homoweb sulle cosiddette rotte della speranza: la migrazione è un problema o è una risorsa per l’Europa? Il seminario ha posto in discussione la questione delle migrazioni a partire dalla considerazione che i venti di libertà, che hanno cominciato a soffiare nei mesi scorsi nel Nord Africa, sono destinati a produrre uno “tsunami”. Si tratta di un cambiamento epocale non solo degli equilibri regionali in Nord Africa ma per l’intero sistema di relazioni internazionali. Il fenomeno delle migrazioni, quindi, mette in discussione le categorie del diritto pubblico che fondano l’idea dell’appartenenza e dell’estraneità: la sovranità e la cittadinanza. In questo senso, non è casuale l’interesse di una comunità on line per questi fenomeni. Sul web infatti non si pone il problema dell’accoglienza e del riconoscimento degli utenti sicché la città virtuale non sembra chiudere le porte ad alcuno “straniero”. La questione delle migrazioni interroga l’identità europea nella fondamentale attribuzione dei diritti umani. Il diritto, se non è mero provvedimento del sovrano, ma si informa alla razionalità, impone di riconoscere l’altro come essere umano al di là anche di ogni cittadinanza.

 

ARTICOLO ORIGINALE: http://www.assaman.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=696:la-rinascita-di-lampedusa&Itemid=32

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