Un re indiano ordinò che si radunassero tutti i ciechi; e quando i ciechi furono arrivati alla reggia, fece mostrare a loro i suoi elefanti. Uno tastò le zampe, un altro la punta della coda, un terzo la radice della coda, un quarto il ventre, un quinto il groppone, un sesto le orecchie, un settimo le zanne, un ottavo la proboscide. Poi il re chiamò a sé quei ciechi, e domandò: – Come sono fatti i miei elefanti?
Uno dei ciechi disse: – I tuoi elefanti somigliano a colonne! – Era il cieco che aveva tastato le zampe. Un altro cieco disse: – Somigliano a scopette! – Era quello che aveva tastato la punta della coda. Un terzo disse: – Somigliano a rami! – Era quello che aveva tastato la radice della coda. Quello che aveva tastato il ventre, disse: – Gli elefanti somigliano a un mucchio di terra! – Quello che aveva tastato i fianchi, disse: – Somigliano a un muraglione! – Quello che aveva tastato il groppone disse: -Somigliano a una montagna! – Quello che aveva tastato le orecchie, disse; -Somigliano a fazzoletti! – Quello che aveva tastato la testa, disse: – Somigliano a un gran mortaio! – Quello che aveva tastato le zanne, disse: – Somigliano a corna! – Quello che aveva tastato la proboscide, disse: -Somigliano a una grossa fune!- E tutti quei ciechi si misero a discutere e a litigare.
Leone Tolstoj